La trasformazione digitale delle PMI in Francia: cosa ci racconta il rapporto Deloitte

Facebook ha ordinato un riferire a Deloitte sulla trasformazione digitale delle PMI. La constatazione è chiara rispetto ad altri paesi europei: le aziende francesi sono in ritardo.

Trasformazione digitale in Francia

Le iniziative però non mancano, sia da parte delle autorità pubbliche che di French Tech. Ma la stragrande maggioranza degli attori privati ​​non ha colto la misura della trasformazione digitale sul lavoro e delle opportunità che essa rappresenta.

Più le aziende sono piccole, meno sono digitali. L'11,5% delle PMI francesi vende i propri prodotti online, rispetto al 47% delle PMI con più di 250 dipendenti.

Anche l’uso interno di strumenti digitali è meno importante nelle PMI (11%) che nelle aziende di medie dimensioni (36%). Notiamo anche un divario maggiore nell’adozione di strumenti digitali tra le PMI in Francia che in Europa.

Pertanto, le aziende sono lente nell’investire tempo e risorse per modernizzare i propri strumenti di lavoro, sviluppare le relazioni con i clienti o migliorare la qualità dei propri prodotti e servizi.

E gli studi legali?

“Quando mi guardo, mi dispiace; quando mi confronto, mi consolo” diceva Talleyrand. Questo è un po’ come accade oggi per gli avvocati. Sebbene in ritardo nella loro evoluzione digitale, la loro situazione non è particolarmente diversa da alcuni settori di attività, anch'essi in situazioni delicate.

Il rapporto Haeri presentato al ministro della Giustizia nelle ultime settimane stabilisce un quadro nel campo giuridico simile a quello fatto per l'economia nel suo insieme. Mostra fino a che punto la trasformazione digitale sia una fonte di opportunità per affrontare i cambiamenti nel mondo legale.

Molti servizi sono ora disponibili a un prezzo accessibile: software, servizi di supporto, risorse condivise. Ma solo una vera evoluzione culturale può rendere questi strumenti rilevanti e proficui. Sta quindi a ciascuno far propri questi temi.